Il microsuco ceromastoideo è un piccolo rettile della lunghezza massima di cinque centimetri. Nonostante appartenga alla stessa famiglia dei coccodrilli, ha molte caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere. Ha una pelle liscia e lucida, fatta eccezione per una riga di scaglie che percorre il dorso dalla nuca alla punta della coda. Un’altra differenza tra i classici coccodrilli e il microsuco è la capacità di allungare la lingua fino a sette volte la lunghezza del suo corpo. Il termine “ceromastoideo” deriva da un paio di cornine ricurve all’indietro che partono dai lati del cranio. Queste due protuberanze sono in grado di rendersi molli e flessibili o dure e resistenti all’occorrenza. Vengono utilizzate principalmente per corteggiare le femmine e per avvelenare i nemici.

Il microsuco si nutre solitamente di insetti e piccoli frutti, ma è anche in grado di cacciare prede diverse volte più grandi di lui se in gruppo con i suoi simili. Le loro cacce possono anche essere molto organizzate, con piccole squadre dedicate al compimento di un’azione particolare. Sono stati documentati vari casi di cacce a ratti nei quali un gruppo di microsuchi addirittura utilizza le loro lunghe lingue per immobilizzare la preda, mentre una seconda squadra dà le spalle al topo, per poi buttarsi su di esso a pancia all’aria, nel tentativo di pungerlo con i propri aculei velenosi. Da questa azione l’animale prende anche il nome di "Lucertola di John Cena".

Si è anche documentato un ferreo rispetto della disciplina e degli ordini in molte comunità di microsuchi. Nel caso uno degli avvelenatori per sbaglio colpisse col suo aculeo la lingua di un suo compagno, il colpevole sarebbe morso dai compagni svariate volte per punizione, talvolta fino a perdere la coda. Se la vittima morisse avvelenata, il colposo omicida non si opporrebbe alla pena di morte. I corpi dei due verrebbero poi riportati alla tana e mangiati assieme alla loro preda.

In natura non si butta via niente.